“A partire dalla vicenda Telecom, rivolgiamo alla politica, al governo, alle forze di maggioranza e di opposizione, due richieste precise.
La prima è di resistere a vecchie e nuove tentazioni dirigiste, stataliste, di intervento pubblico nell’economia, di interferenza con il libero interagire delle forze di mercato, valorizzando nel contempo il ruolo delle Autorità indipendenti chiamate a regolare i diversi mercati.
La seconda è quella di non elevare cori nazionalisti, di ostilità rispetto a operatori non italiani, espressione di una cultura e di una pratica estranee alla concorrenza, mercato ed economia liberale”.
Daniele Capezzone, Bruno Tabacci, Antonio Martino, Franco Debenedetti, Paolo Messa, Fiorella Kostoris, Alberto Mingardi, Carlo Stagnaro, Carlo Scarpa, Benedetto Della Vedova, Luigi Zingales.
Non posso che condividere in pieno quest’appello diffuso ieri. Appello da ribadire ancor più oggi, dato che pure i DS si sono aggiunti ufficialmente alla vulgata dei paladini dell’italianità, composta ora dall’intera maggioranza, naturalmente con i soli radicali a fare eccezione.
E pensare che nella compagine governativa non mancano i “guardiani del programma dell’Unione”, sempre intenti a fare a gara nel cassare o approvare ogni singola misura in base al sacro testo giallo.
Sarebbe forse il caso di far loro leggere pagina 127: “In termini di capacità di attrazione degli investimenti esteri l’Italia è scivolata al 98esimo posto della classifica internazionale…
Nei settori tecnologicamente avanzati siamo sempre meno attrattivi.” voltando pagina si legge “Crediamo che si debba puntare sull’attrazione degli investimenti diretti in Italia. Le politiche per l’accoglimento di imprese estere devono riguardare la rimozione delle difficoltà sia di entrata sia di uscita”.
Buffo che gli unici ad essere coerenti col programma siano coloro che non l’hanno firmato.
Dopo il caso Albertis nuova prova di protezionismo made in Italy. Il liberismo, par di capire, vale solo per panifici e poco altro.
Nuova pagina orrida su telecom insomma, dopo il tentativo non riuscito di piazzare il colpo grosso con il piano Rovati (per inciso, se ci avesse provato Berlusconi ci sarebbero state manifestazioni da sei zeri).
Non posso che concludere, come Bill Emmott, citando Samuel Johnson: “il patriottismo è l’ultimo rifugio del mascalzone”.