Archive for gennaio, 2007

i presidenti

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A chi ama la Francia, ma non solo, consiglio l’ottimo articolo di Andrè Glucksmann che trovate qui: francia.pdf. Provocatorio, certo, e come ogni buona provocazione fa riflettere.
In casa nostra invece leggo sbigottito le dichiarazioni di Giorgio Napolitano, secondo il quale “bisogna tenere conto delle preoccupazioni espresse dal Pontefice e dalle alte gerarchie ecclesiastiche” a proposito del progetto di legge sulle unioni civili. “Mi pare che nella storia italiana, a cominciare da quando fu scritta la Costituzione” aggiunge “si trovò il modo di arrivare a questa combinazione di diverse sensibilità già quando si redasse l’articolo 7 della Carta fondamentale… e noi ci ispiriamo proprio ai principi della Costituzione anche per dare soluzione a problemi aperti come questo”.
Rimango senza parole.
L’articolo 7 della costituzione è una delle parti più scabrose della nostra Costituzione, fu adottato con il voto favorevole della democrazia cristiana e del partito comunista italiano, contrari tutti i partiti laici. (Proprio da questo evento fondante esprimo da sempre riserve sulla laicità di chi si definisce comunista nel nostro paese.) Detto articolo ha avuto la gravissima colpa di dare copertura costituzionale al concordato con la chiesa cattolica del 1929, che tra le altre cose la consacrava “religione di stato”. Essendo in costituzione, l’accordo non è modificabile senza il consenso della controparte – non a caso ci si è riusciti solo, con un orrido compromesso, nel 1984 – o senza revisione costituzionale.
Oltre a ciò afferma che lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. (su questo punto nulla da obiettare).
Giorgio Napolitano in una sola affermazione è riuscito a svendere la sovranità e l’indipendenza della Repubblica della quale è Presidente, invocando un’ immotivata concertazione con un sovrano teocratico e dispotico di uno stato straniero, rivendicando inoltre con orgoglio una delle pagine più vergognose della storia del partito di cui faceva parte.
Ripeto “Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani”.
Questo Presidente è indegno del suo compito.
Arridatece er puzzone. (chiunque esso sia).

2 passi

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La casilina e la prenestina sono l’inferno. Da porta maggiore partono a formare i due lati di un triangolo, chiuso da via dell’acqua bullicante. Non diresti mai di poter trovare la pace in posto come questo. Invece percorrendo via del pigneto, partendo da est, sembra di stare in un paesino. Case basse e attempate, tutte diverse, che si nascondono in stretti vicoli. Poche macchine si degnano di passare di qui. Questa è una Roma che non è Roma. Te ne accorgi dagli sguardi interrogativi della gente che ti osserva passare. Devi stare attento a non perdere il filo, succede che da queste parti la via può essere interrotta da un palazzo. La cerchi ma sembra scomparsa nel nulla. Un vecchietto sarà pronto a informarti che devi avere la decenza di girare largo e incrociare alla prossima per poter dare scacco alla dissennatezza. Riprendi il filo e tutto è più bello e sperduto di prima. L’umidità ti carezza i capelli. Non avevi mai fatto caso all’umidità, prima. Pochi passi e noti a destra un edificio indefinibile che scopri essere il cineclub alphaville. Entri ed esci come a casa tua, la gente sembra molto più interessata a discutere di registi morti che alla tua presenza.
Di nuovo fuori. Pensi a Pasolini. La parte di Roma che preferiva è qui, sotto i tuoi piedi, a pochi minuti da casa.
Respiro profondo.
Più condottieri.

post-sbronza

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Toc toc. Sono l’uomo post-sbronza. Umori affranti, ovattati, rancidi.
L’esperienza insegna. (Ogni volta) non berrò più.
E va pure bene, a volte è peggio nelle circostanze. Che ne so, un invito a pranzo dai suoceri a base di pasticcio, nello stretto limbo fra la cortesia e lo sbocco. Difficile da sostenere. O un pranzo di Natale a base di agnello di Dio. Non più vieppiù. (grazie a questo inaugurai quel giorno “il natale migliore”: pasta al tonno e film trash natalizi.)
Un evidenziatore nero che riga il cervello, non pare male dopotutto.
I tristi giorni dopo dell’uomo che non sbocca.
E’ un interiorizzare la sbronza. Meditativo. Consapevole. Riprovevole.
Aspettare e temere gli eccessi di salivazione, cosi strettamente collegati agli eventi più disparati, senza apparente filo logico.
Un video di Pink, per esempio, può essere fatale.
La gente sottovaluta i video di Pink.
Lenta espiazione. Un cadavere spaziale (cit.).
Post-sbronza, l’esatto contrario del post-orgasmo.

book party

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Domenica sera cosetta carina qui a Roma per gli amanti della letteratura. In occasione dell’uscita di “voi siete qui” della minimum fax, libro composto da 16 racconti di scrittori italiani esordienti (il titolo è orrido, lo ammetto) ci sarà il “voi siete qui party”.
Il tutto si svolgerà al Rialto Santambrogio, in via s.ambrogio 4.
Alle 19 e 30 aperitivo con gli autori, dalle 21 e 30 d.j. set, durante il quale richiederò boten anna.
L’ingresso costa 10 euro e comprende una copia del libro (il cui prezzo di copertina sarebbe 12,50) e una consumazione. Il tutto sembra tamarro al punto giusto. Inoltre fra gli autori c’è pure la nostra donna preferita babsi jones , reduce dalle sua avventure balcaniche.

Mi sembra palesemente chiaro quanto questo post sia in realtà una scusa per postare la canzone del millennio, e non sentirmi cosi inferiore ai pessimi gusti musicali di Valeria Manieri e Diego Menegon.

la “nazionalizzazione” del cinema

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Mi lamentavo giusto qualche giorno fa di quanto fosse noioso avere Prodi come premier. Tuttavia sottovalutavo quei mattacchioni del Partito della Rifondazione Comunista, perennemente dedicati a dare risposte stupide e controprucenti a domande giuste. La nuova grande idea è un progetto di legge firmato all’unanimità dai 27 senatori di questo partito, volto a salvare il cinema italiano. Il punto “geniale” del provvedimento riguarda la distribuzione: per ogni pellicola di produzione extracomunitaria ne devono essere distribuite 2 europee, di cui almeno una italiana, pena la chiusura della sala per 30 giorni (!!!!!). La legge fissa 15 criteri “per il riconoscimento della nazionalità italiana”: devono essere italiani, o in maggioranza italiani, regista, autori, sceneggiatori, attori principali e secondari, direttore della fotografia, montatore, autore della musica, scenografo, costumista e troupe. Ma non basta, per il riconoscimento è inoltre necessario che le riprese in esterni e interni debbano essere effettuate “in maggioranza in Italia” (!!!!).
Tanto di cappello direi, era forse dalla scorsa legislatura che non si condensavano cosi tante idiozie in poche righe. E i registi, giustamente, insorgono. Non insorge invece Neri Parenti, che plaude all’iniziativa. Forse coglierà l’occasione per deliziarci con i suoi film anche a Pasqua e ferragosto, oltre alla consueta perla natalizia.

la nube radicale

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Bene bene. Il comitato nazionale di radicali italiani che si è appena concluso è stato molto più denso e ricco di spunti rispetto a quello di fine dicembre, che pur ci è costato 10000 euro contro i zero di questo (complimentoni, direi). Molti i contributi interessanti, che hanno dimostrato ancora una volta la profondità della nostra proposta politica. Su tutti l’intervento di De Lucia, giocato sul tema pensioni-welfare, l’analisi di Troilo sui costi della politica e l’urgenza di un nuovo assetto delle province. Ricco di analisi, come sempre, l’ottimo intervento di Capezzone, non privo di qualche frecciatina finale a Pannella. Silvio Viale ha agito da simpatico umorista, rallegrando gli animi e svolgendo la funzione che solitamente al congresso è propria di Nicolino Tosoni. De Pascalis invece ci ha fracassato i testicoli coi sui treni volanti e quant’altro cosi a lungo da far dire a “qualcuno”: “in un paese normale a questo punto entrano due infermieri e se lo portano via”. In quanto a Pagano… beh… meglio non infierire.
Io invece ho discusso la mia idea sul fondo edifici di culto con Massari, assistente parlamentare di Maurizio Turco, che l’ha trovata molto interessante. La prossima settimana cominciamo a preparare l’intervento legislativo. Fico!

p.s.: il cancro ai polmoni è imminente

di nuovo sotto

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Da oggi pomeriggio a domenica sera nuova riunione del comitato nazionale di radicali italiani. Nuova riunione e nuova assenza per Raffo, che denota scarso rispetto per i numerosi elettori della lista anti bulgara Blair-Fortuna-Zapatero…
Vedremo un po’, numerosi sono i temi da dibattere. Personalmente mi concentrerò su un idea che mi è venuta preparnanado l’esame di diritto ecclesiastico, ovvero un emendamento ad un articolo della legge che istituisce il fondo edifici di culto del ministero dell’interno. Non scendo nei dettagli, ne ho già parlato con qualcuno, ci lavoreremo un po’ su per verificarne la fattibilità. Oltre a ciò terrò gli occhi aperti e le orecchie ben tese sulle ultime orride frecciatine di Pannella a Capezzone, al quale ho già detto come la penso. In caso di insoddisfazione c’è nel cassetto un iniziativa anche in tal senso.
Iammalaurà.

amarcord

Oggi, in una delle rare volte in cui ho guardato il telegiornale, ho potuto vedere le immagini dell’incontro fra Romano Prodi e il primo ministro rumeno. Che noia mortale! Poverino Romano, oh lui ce la mette pure tutta, ma è proprio negato!
Subito una sottile malinconia mi ha pervaso, anche se non sapevo darle un nome. Poi ho trovato anche il nome: Silvio Berlusconi.
Eh si, quando c’era Silvio gli incontri internazionali erano garanzie di grasse risate. Lasciavano sempre il segno. Anche nel più inutile e scontato degli appuntamenti lui sapeva estrarre dai calzoncini qualcosa di prodigioso. Sapeva dare del kapò ad un socialista tedesco, fare le corna ad un ministro spagnolo, accogliere Blair e consorte in questo modo:
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colloquiare con l’amato Putin conciato cosi:
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fare una visita ai soldati di Nassiriya in queste vesti:
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e soprattutto rappresentare la nostra nazione al G8 in queste condizioni:
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Eh si, mi scappa quasi una lacrimuccia. Dove lo troviamo un altro cosi? Uno che durante la visita ufficiale di Hugo Chavez nel nostro paese ha chiamato al cellulare Aida Yespica, per poi passare l’apparecchio allo sbigottito collega Venezuelano all’urlo di: “Tieni Hugo, parlaci, lei è una tua connazionale!”
E’ proprio vero, si stava meglio quando si stava peggio.

liberi tutti

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Da più parti sono giunte lamentele indirizzate a questo blog, a causa dell’assenza del link di libero dalla barra laterale. Effettivamente il leggendario giornale di Vittorio Feltri, che vende il 41% delle copie mandate in edicola, è un contributo umoristico insostituibile. Per accontentare i vostri animi affranti, ma soprattutto quello di Petterson, aggiungo ora il link, non al sito del giornale, ma direttamente al programma usato per scrivere gli articoli. Potrete cosi autonomamente scegliere fra i comunisti, i no global, gli islamici o altro i vostri nemici, potrete scegliere la cospirazione diabolica, il valore da difendere ecc ed avrete istantaneamente un nuovo articolo di libero creato su misura per voi.
Su su, cosa aspettate, andate qui a sinistra, informazione, libero, click.

la desuetudine

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Quattro sotto un tetto, quasi sempre cinque di frodo. La convivenza può essere spassosa ma necessita di regole. Noi certo ci siamo applicati e fin da subito abbiamo cercato di partire col piede giusto qui in via Da Ceri 32. Patti chiari, non scritti, ma neppure di common low. Pochi punti cardine sui quali incastonare la nostra esistenza romana. I punti erano:

1) ogni 27 del mese si mangiano i tortellini.
2) ogni 5 del mese si mangia il pollo.
3) ogni 11 del mese si fanno gli gnocchi, nel senso che si fanno proprio.
4) ogni mercoledi è la giornata dell’inglese, unico linguaggio ammesso in casa.
5) il 17 del mese è la giornata del fritto. Solo fritto. Tutto fritto.
6) ogni 31 del mese la giornata dei pirati. E’ possibile bere solamente acqua salata e rum.

Ora dopo quattro mesi e mezzo non mi resta che prendere atto, con rammarico, della desuetudine di tali norme, il cui trascuramento comporta il deteriorarsi dei rapporti nella casa. Una casa, certo, di artisti e intellettuali, difficili da tenere a bada. In questi pochi metri quadri di unghie troppo lunghe, peli che sembrano calzini, incompetenza culinaria, puzza di gabsu, daltonismo e bacarozzi, vi sarebbe bisogno di un filo conduttore, per dare senso al non senso.
Lancio un appello, per la legalità.

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